Ora più conosciuta come chiesa di Santa Rita da Cascia, deve la ragione del suo antico nome alla tradizione di un miracolo: il 9 maggio 806, durante la traslazione dei corpi dei Santi patroni Faustino e Giovita, qui, in un momento di sosta (da cui il termine in riposo), le reliquie degli stessi martiri trasudano sangue. La leggenda vuole che questo prodigio spinga il dubbioso duca Namo (o Aimo) di Baviera alla conversione e, prima di farsi monaco, a regalare all’abate di San Faustino la reliquia della vera croce, donatagli a sua volta da Carlo Magno, oggi conservata nella Rotonda. La primitiva cappella, dopo l’incendio del 15 giugno 1184, viene riedificata nelle forme attuali, con pianta circolare e un particolarissimo tetto a tronco di cono (visibile dal vicolo laterale).