Deve il suo nome non tanto ad una particolare dedicazione (il tempio è dedicato alla Visitazione di Maria) ma alla sua vicinanza ad un antico locus calcariae, una fornace per la produzione di calce, attestata in quella zona fin dal X secolo. Sembra un caso ma la famiglia guelfa che sponsorizza i restauri della chiesa nel 1398 si chiama anch’essa Calchera. Custodisce splendide opere: nel primo altare a sinistra si trova la Cena in casa di Simone il fariseo commissionata nel 1550 dalla famiglia Avoltori al Moretto; nella seconda cappella a destra la Messa di Sant’Apollonio dipinta nel 1525 dal Romanino.