Come ogni anno, l’11 luglio si celebra la festa di San Benedetto da Norcia, considerato il Patriarca del Monachesimo occidentale. In realtà i Benedettini celebrano (ancora e anche) la “vecchia” festa del Transito (cioè della “nascita al cielo”) di San Benedetto, il 21 marzo, da cui il detto, legato alla primavera, “San Benedetto, la rondine sotto il tetto”.
Questa volta vi voglio parlare della Medaglia che raffigura il Padre Santo e che, di norma, è in possesso ad ogni monaco dell’Ordine. Anche io ne avevo una, all’estremità di un rosario, agganciata alla cintura della mia tunica bianca.
Ma cosa raffigura la medaglia? E cosa vogliono dire le parole e le lettere poste su di essa?
Decifriamo il significato.
Sul RECTO, San Benedetto appare al centro della medaglia. Nella mano destra tiene una croce, che rappresenta il potere salvatore di Cristo e l’opera evangelizzatrice dei Benedettini nel corso dei secoli; nella mano sinistra la Regola monastica con l’incipit: Ausculta o fili praecepta magistri = Ascolta o figlio i precetti del maestro.
Sulla sinistra, c’è una coppa con una serpe, che si rifà ad un tentativo di avvelenamento che vide come protagonisti San Benedetto da Norcia e alcuni monaci, presso Vicovaro (Roma). Questi ultimi, vedendo “che sotto la sua direzione le cose illecite non erano assolutamente permesse e d’altra parte le inveterate abitudini non se la sentivano davvero di abbandonarle” (Gregorio Magno, Dialoghi, II,3), decisero di sbarazzarsi di san Benedetto porgendogli una coppa di vino avvelenato. Quando il Santo tracciò un Segno di Croce sopra la coppa nell’intento di benedirla, questa si infranse, “come se al posto di una benedizione vi fosse stata scagliata una pietra”.
A destra, l’immagine del corvo rimanda ad un secondo tentativo di avvelenamento. L’episodio narra di come il sacerdote Fiorenzo, “istigato dallo spirito maligno” e bruciante “d’invidia per i progressi virtuosi dell’uomo di Dio” (Gregorio Magno, Dialoghi, II,8) inviò a San Benedetto, nel frattempo nuovamente ritiratosi in eremitaggio, un pane avvelenato. Venuta l’ora di mangiare ed avvedutosi dell’inganno, San Benedetto comandò ad un corvo che “veniva abitualmente dalla vicina selva […] e beccava poi il pane dalle mani di lui” di raccogliere quel pane e gettarlo in un luogo dove nessun altro avrebbe potuto cibarsene. Il corvo “l’afferrò col becco, lo sollevò e volò via”.
Accanto, queste parole: Crux Sancti Patris Benedicti = Croce del Santo Padre Benedetto.
E intorno al bordo le parole: Eius in obitu nostro praesentia muniamur = Possiamo essere protetti dalla sua presenza nell’ora della nostra morte.
Sotto i suoi piedi: Ex Sm Casino MDCCCLXXX = Dal santo Monte Cassino, 1880 (Giubileo per i 1400 dalla nascita del Santo).
Il VERSO della medaglia è dominata da una grande croce.
In ciascuno dei quattro angoli della croce:
C. S. P. B. = Crux Sancti Patris Benedicti = Croce del Santo Padre Benedetto.
Nel braccio verticale della croce:
C. S. S. M. L. = Crux Sacra Sit Mihi Lux = La Santa Croce sia la mia luce.
Nel braccio orizzontale della croce:
N. D. S. M. D. = Non Draco Sit Mihi Dux = Il Demonio non sia la mia guida.
Iniziando dalla parte superiore, in senso orario, intorno al bordo appaiono le iniziali della preghiera di esorcismo:
V. R. S. = Vade Retro Satana = Allontanati Satana.
N. S. M. V. = Numquam Suade Mihi Vana = Non tentarmi con le tue vanità.
S. M. Q. L. = Sunt Mala Quae Libas = Quelle che offri sono cose malvagie.
I. V. B. = Ipse Venena Bibas = Bevi tu stesso i tuoi veleni.
In alto il motto tipico benedettino: PAX = Pace.