Una leggenda narra che l’Abate irlandese Colombano (Leinster, 540 d.C. – Bobbio, 615) durante il suo lungo viaggio si trovò a passare, insieme ad altri confratelli Monaci, nelle vicinanze di Pavia, capitale del Regno Longobardo. Non si conosce bene il luogo, ma si conosce invece la data: correva l’anno 612.
Furono ricevuti con grandi onori dalla Regina Teodolinda (Ratisbona, 570 – Monza, 627) che fece servire un pranzo sontuoso, con carni e selvaggina. Ma i Monaci, pur stanchi dopo un così lungo viaggio, non si sarebbero potuti cibare di carne, poiché era Quaresima, periodo di penitenza e astinenza. Però non volevano nemmeno essere scortesi nei confronti della Sovrana.
Ecco quindi che Colombano disse di voler benedire il cibo prima del suo consumo, adottando il buon auspicio per tutta la Corte come pretesto. E fu così che proprio durante il rito della benedizione la selvaggina mutò il suo aspetto diventando delle colombe di pane, bianche come le vesti dei Monaci, dando così modo alla Regina di comprendere il suo errore ma nello stesso tempo consentendo a tutti i Confratelli di poter gustare il pranzo.
Il prodigio colpì molto la Regina che decise di donare loro il territorio di Bobbio (Piacenza) dove nacque e sorge tutt’ora l’Abbazia di San Colombano. Da queste colombe e da questa leggenda ebbe quindi origine il celebre dolce pasquale.