Corda da preghiera, komboskini, chotki

Nella tradizione dei Cristiani d’oriente, i nostri fratelli Ortodossi, troviamo un particolare oggetto di devozione: la corda di nodi, in greco komboskini, in russo chotki.

La tradizione fa risalire la “corda da preghiera” ai primi Monaci, i Padri del deserto egizio. L’invenzione viene attribuita a San Pacomio (Tebe, 292 d.C. – Tabenna, 9 maggio 348 d.C.), come un aiuto per i Monaci analfabeti affinchè, al posto dei 150 Salmi, recitassero preghiere e compissero prostrazioni nelle loro celle.

Il metodo di legare la “corda da preghiera” lo si fa risalire invece a S. Antonio Abate, detto il Grande (Qumans, 251 d.C. – deserto della Tebaide, 17 gennaio 356 d.C.). La leggenda narra che il Santo annodasse una corda di cuoio facendo un semplice nodo per ogni “Kyrie eleison” (Signore, abbi pietà) pronunciato, ma che il diavolo ogni volta slegasse i nodi per confondere il conteggio e per far perdere la pazienza all’Abate. Antonio allora, ispirato da una visione della Madre di Dio, inventò un modo di fare i nodi, quello appunto classico del komboskini ortodosso: ogni nodo è costituito da una serie di 7 nodi a forma di croce. Il diavolo chiaramente non potè (nè osò più) sciogliere quei santi nodi.

 

 

Tradizionalmente la “corda di nodi” è fatta di lana (una chiara allusione all’essere gregge di Cristo) di colore scuro (simbolo di penitenza). Oggi si trovano komboskini in tutti i materiali e colori. I nodi possono essere 33, 50, 80, 100, 150… alla fine dei quali c’è solitamente una perlina (segno per effettuare una prostrazione), o una croce di nodi o una nappa (per asciugare le lacrime dell’orante). Come potete osservare, sono tanti i simboli e le allusioni che rendono speciale questo oggetto di devozione e preghiera.

Normalmente si tiene la “corda da preghiera” nella mano sinistra, lasciando la mano destra libera per fare il segno della croce. Quando non viene usato, il komboskini è tradizionalmente avvolto intorno al polso sinistro (il lato del cuore) in modo da ricordare di pregare senza sosta.

 

 

Durante la loro tonsura, l’inizio della Professione religiosa, i Monaci e le Monache orientali ricevono una “corda da preghiera” con queste parole rituali: Accetta, o Fratello/Sorella, la spada dello Spirito che è la Parola di Dio nella preghiera eterna di Gesù, con la quale dovresti avere il nome del Signore nella tua anima, nei tuoi pensieri e nel tuo cuore, dicendo sempre: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”.

Questa preghiera “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”, chiamata preghiera del cuore, diventa talmente abituale e continua che il Monaco, ad un certo punto, non si rende più conto (o non conta più le volte) di pronunciarla, accorgendosi che il respiro e il battito del cuore, accordandosi all’anima, pregano per lui e con lui (esicasmo).

Spero di avervi incuriosito e allietato con questa bella tradizione.
Se volete, da Lo Speziale trovate i komboskini fatti dalle Monache Clarisse Cappuccine.

2 thoughts on “Corda da preghiera, komboskini, chotki

  • Da francesco felice màttera - Reply

    lieto di aver conosciuto il rosario dei monaci dell’oriente il komboskini

    • Da Lo Speziale - Reply

      Mi fa piacere.

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