Brescia città malatestiana

La storia è molto più ricca e variegata di quanto si pensi. Non immaginavo infatti di venire a conoscenza che anche la mia città, Brescia, fosse stata una importante città malatestiana.

Un grazie all’Associazione Nazionale Polizia di Stato sezione di Brescia ANPS (ho un debole per le Forze dell’Ordine, forse perchè mio nonno era Maresciallo dei Carabinieri?) che ha intervistato il Professor Piero Galli e divulgato queste belle notizie storico artistiche.

Quando nel 1404 Pandolfo III Malatesta (già signore di Fano e Rimini e condottiero al servizio dei Visconti) divenne signore di Brescia, fece ampliare e modificare l’ala settentrionale del Broletto (che divenne poi Questura – motivo di questo interesse da parte dell’ANPS – e ora Prefettura) per trasformarla nella propria residenza che comprendeva anche la cappella di palazzo dedicata a San Giorgio, la cui decorazione fu affidata a Gentile da Fabriano. I documenti attestano la presenza del pittore a Brescia dal 1414 al 1419, anni in cui, stando alle fonti e alle ricevute per i pagamenti conservate nell’Archivio di Fano, realizzò un apparato decorativo straordinario che faceva ampio uso, oltre che della pittura, di finiture con lamine d’oro, d’argento e vetri policromi. Il Prof. Galli segnala che l’opera fu la più costosa in Italia all’epoca. La cappella venne distrutta o comunque gravamente compromessa nel 1512 ad opera delle truppe di Gastone de Foix che saccheggiarono la città e la sua condizione peggiorò in relazione agli ampliamenti del palazzo risalenti al XVII e al XIX secolo. Attualmente questo frammento pittorico, nel sottotetto, è ciò che resta dell’antica decorazione realizzata da Gentile da Fabriano.

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