26 maggio – San Filippo Neri

Il 26 maggio 1595 a Roma, si addormenta nel Signore il fiorentino Filippo Neri.

Di “Pippo il buono” si tramandano tanti episodi e aneddoti. Di animo allegro e gioviale, si è guadagnato l’appellativo di “giullare di Dio”. Celebre il suo motto “State buoni se potete“.

Di fronte a Papa Gregorio XIII, che acconsente alla fondazione della Congregazione dell’Oratorio ma che gli chiede anche di stabilire alcune regole, Filippo dice: “Santità, per farsi obbedire servono poche regole. Io ne ho scelto una sola: la carità”. E di fronte al suo successore, Papa Clemente VIII che lo vuole fare Cardinale, Filippo risponde: “Preferisco il Paradiso“.

Molto noto ma anche, credo, molto “edificante” per questi tempi umanamente barbari che stiamo vivendo, un aneddoto sulla maldicenza e il pettegolezzo.

Una donna pettegola aveva l’abitudine di andare a confessarsi da Filippo Neri e quasi sempre gli raccontava le stesse cose: il suo peccato era quello di calunniare i suoi vicini. Per questo motivo San Filippo le diede questa penitenza: “Dopo aver spennato una gallina dovrai andare per le strade di Roma e spargerai un po’ dappertutto le penne e le piume della gallina. Dopo torna da me”.

La signora, alquanto sorpresa, pensò che si trattasse di una penitenza veramente strana, ma volendo essere perdonata e assolta, fece ciò che San Filippo le chiese. Tornata dal santo gli disse: “Padre, ho finito la mia penitenza” e gli mostrò il pollo spiumato.

“La penitenza non è finita” disse San Filippo “Ora devi andare per tutta Roma a raccogliere le penne e le piume che hai sparso”.  “Ma è impossibile!” disse la signora piangendo “Le piume saranno ovunque!”.

“Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere!” replicò Filippo Neri “Sono come le piume e le penne di questa gallina che hai sparso dappertutto! Non c’è rimedio per il danno che hai fatto con le tue chiacchiere!”.

Così la donna alla fine capì il grande danno che stava facendo parlando male del prossimo.

 

 

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