98. Sant’Antonio abate

L’ordine ospedaliero dei Canonici Regolari di Sant’Antonio (canonici di regola agostiniana sorti a Vienne, in Francia, luogo di custodia delle reliquie di Sant’Antonio del deserto, abate ed eremita, fondatore del monachesimo) è già presente a Brescia il 22 gennaio del 1354 per la gestione dell’ospedale di San Giacomo dei romei o del Mella, in quanto specializzato nell’assistenza ai pellegrini e ai malati, nella cura del fuoco di Sant’Antonio e delle malattie della pelle. Il 7 febbraio 1415 il canonico Egidio Pasturelli inizia la costruzione della chiesa di Sant’Antonio e dell’attiguo ospedale in questa area della città. La presenza dei Canonici Antoniani si esaurisce nel 1533 quanto il complesso viene dato in commenda al vescovo veneziano Vittore Soranzo. La bolla di papa Paolo III del 27 aprile 1537 sancisce poi l’annessione all’Ospedale Maggiore cittadino. L’11 febbraio 1560, un piccolo gruppo di preti riformati chiamati Padri di Sant’Antonio, guidati da don Angelo Paradisi, rinnova la vita comunitaria in questo luogo, fino a confluire nel dicembre 1567 nella Compagnia di Gesù che istituisce qui il Collegio dei nobili. Il 17 agosto 1669, un incendio, divampato durante una rappresentazione teatrale, distrugge la chiesa e le sue opere d’arte (dipinti di Paolo Veronese e Lattanzio Gambara). Con la soppressione dei Gesuiti nell’agosto 1773, le strutture ritornano all’Ospedale Maggiore, pur continuando l’attività educativa fino al 1822. Nel 1845 Luigi Donegani, demolita la chiesa, erige la struttura oggi visibile, la Cavallerizza, una scuola di equitazione.

Nella Pinacoteca civica è custodito un lacerto di affresco Madonna in trono che allatta il Bambino con Sant’Antonio abate, proveniente dalla ormai distrutta chiesa.

 

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